giovedì 21 giugno 2012

"Apocalissi 2012" Ventiquattro variazioni su una possibile Fine del Mondo

Cosa succederà il 21 dicembre 2012? Non è di  certo una data scelta a caso. Secondo il calendario Maya che temporalmente coincide , appunto, con la data del calendario gregoriano, il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, avrebbe luogo il verificarsi di un evento universalmente risonante a tal punto da costituire una radicale svolta epocale o  addirittura decretare la fine del mondo. Una profezia infausta , quella dei Maya, che non ha fondamento scientifico, di origine pressochè incerta, dunque. Eppure, ha scatenato nella mente degli individui , curiosità  sulle probabili sorti dell’umanità, suscitando non poche preoccupazioni nei più “scaramantici”. E se tutto ciò fosse solo frutto di una perversa fantasia? Chi vivrà vedrà, insomma! Nel frattempo la notizia di un’eventuale fine del mondo ha offerto numerosi spunti a cineasti e scrittori di fantascienza per “speculare” e “divertirsi” nel riproporre eventi catastrofici di carattere planetario. Anche se, soprattutto negli ultimi tempi calamità, quali tsunami, terremoti, alluvioni, e perché no gravi crisi economiche che imperversano in alcuni paesi hanno il sapore amaro di un inevitabile cedimento. E in questo caso la realtà supera la fantasia. Apocalissi 2012 è il titolo della interessante antologia curata da Gianfranco de Turris, pubblicata da Bietti edizioni. Un titolo non a caso messo al plurale, in quanto raccoglie ventiquattro  variazioni su una probabile fine del mondo. Ventiquattro, infatti, sono gli scrittori, provenienti da ogni angolo del paese, che hanno contribuito con i loro racconti ad interpretare i segni profetici dei Maya. Le interpretazioni hanno preso le forme più disparate toccando temi quali la politica, la religione e quant’altro. Sensazioni strettamente personali o corali, quelle degli autori ovviamente, condizionate anche dagli avvenimenti che  riguardano la nostra era,  hanno ulteriormente dato spessore ai personaggi dei racconti, che attraverso un’accorta analisi introspettiva  lasciano trasparire rassegnazione, pentimento, o necessità di compiere l’ultimo atto prima della fine. Interessante, peraltro, è l’intervento di Gianfranco de Turris in “Mille e non più mille” dove esplicita brillantemente quella che viene definita la “sindrome millenaristica”. Infatti, la presunta fine del mondo non è un fenomeno legato all’anno 2000, ma ha radici ben più antiche che risalgono , appunto all’anno mille, con una differenza  sostanzialmente “tecnologica-mediatica” ma che infine da un punto di vista psicologico non è cambiata di molto. Gli autori degli originalissimi racconti, vanno a mio parere citati tutti, ecco i nomi: A. Bellomi, M. Bzzarri, T. Bologna, F. Cardini, M. Cimmino, P. Di Orazio, M. Farneti, C. Formenti, G. Giorello, F.Grasso, G.Leoni, G.O.Longo, G. Magnarapa, M. Marino, G. Nerozzi, E. Passaro, B. Pezone, M. Ponticello, P. Prosperi, E. Rulli, A.Selmi,D. Simonelli, A. Tentori, N. Verde. A cura di Gianfranco de Turris.

                                                                                                          Corinne Bove
                                                                                                    

giovedì 14 giugno 2012

Notte in Arabia. Vita e storia di Gianmarco Bellini, il ragazzo che voleva volare

Volare era sempre stato il suo sogno. Sin da ragazzo, aveva le idee chiare sul proprio futuro: diventare pilota. E pilota, lo è diventato. Una passione che si è tramutata in mestiere, dove l’impegno era innanzitutto una missione d’amore. Come quella per la propria patria, l’Italia, difesa oltremodo, comunque e dovunque, anche sotto torture.  Dedicato alla storia di un eroe dell’Aeronautica italiana, il Colonnello Gianmarco Bellini, “Notte in Arabia” scritto da Francesco Di Domenico ed edito dalla Boopen, si presenta ai lettori come racconto biografico. Una sorta di diario che, oltre a svelare i retroscena legati alla missione della guerra in Iraq del ‘91, dà spazio ai sentimenti, alle aspirazioni e alle delusioni di un Bellini uomo prima ancora che soldato. Narrato, per volontà dell’autore, in prima persona così da rendere i fatti più vividi, attraverso i ricordi del Colonnello stesso, “Notte in Arabia” emoziona, commuove, coinvolge. Tutto ha inizio dalla prestigiosa Accademia Aeronautica di Pozzuoli, dove il  sogno del Colonnello  stava per diventare realtà. Ricordi legati ai compagni di corso s’insinuavano tra i suoi primi passi in volo, tra rigido addestramento, briefing e l’emozione indescrivibile del decollo, da quando, appunto,  cominciava quel rapporto d’amore col velivolo.
Ma cosa successe quella famosa notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991? Quando l’aereo del Maggiore Gianmarco Bellini  e del Capitano Maurizio Cocciolone fu abbattuto dalla contraerea durante la missione denominata "Desert Storm" della prima Guerra del Golfo? La verità   trova riscontro nelle pagine di “Notte in Arabia” scaturite dalla decisione del pilota Bellini di affidare allo scrittore  Francesco Di Domenico il compito di raccontare quell’episodio affinchè potesse essere condiviso da  tutti, come storia collettiva della nostra nazione e non solo personale, proprio come afferma il protagonista. I quarantasette giorni di prigionia che fecero seguito alla cattura, da parte degli iracheni, dell’unico equipaggio italiano che proseguì la missione, sono minuziosamente descritti. Non sono risparmiate le atrocità subite nel carcere di Abu-Grahib. Eppure, l’allora Maggiore Gianmarco Bellini, medaglia d’argento al valore militare, non fu riconosciuto dallo Stato come prigioniero di guerra. Ma nonostante l’amarezza, il Colonnello ha continuato a servire l’Arma. E ad essere fedele alle istituzioni, come solo un uomo nutrito di onestà intellettuale e buoni sentimenti è in grado di fare. Come recita un detto, non a caso, arabo: “Fai un lavoro che ami e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita”. Un elogio va speso anche per la copertina del libro che riporta l’opera “A night in Mesopotamia”dello scultore e pittore iracheno Ahmed Al Safi, vincitore nel 2000 del Premio “Ismail Fattah Al Turk”.

                                                                             Corinne Bove


Notte in Arabia
Vita e storia di Gianmarco Bellini, il ragazzo che voleva volare
(Bellini & Cocciolone Iraq ’91)
Editore Boopen

giovedì 7 giugno 2012

Con "Il Caffè delle muse", Marina Mineo e Marilisa Borsacchi s'incontrano alla Treves

Dalla collaborazione tra il gruppo di promozione culturale “Il Caffè delle Muse” della Penisola Sorrentina e la libreria Treves di Piazza Plebiscito a Napoli è nata la coinvolgente presentazione di Marina Mineo e Marilisa Borsacchi, due artiste che si sono incontrate la prima volta proprio ad una manifestazione alla Treves, dove hanno maturato l’idea di una esibizione combinata delle loro espressioni artistiche. Le autrici interpretano il proprio sensibile vissuto emozionale attraverso due diverse ma ugualmente intense modalità di espressione: la poesia per la Mineo, autrice della raccolta “Deragliamento”, la pittura per la Borsacchi, che ha esposto tra gli scaffali gremiti di libri della storica Treves alcuni interessanti dipinti, tra cui uno ispirato proprio ai versi di una lirica inedita della poetessa, che la stessa Borsacchi, anche attrice, ha declamato con passione. L’universo immaginifico di queste due splendide artiste è venuto via via alla luce tra le brillanti domande di Carlo Alfaro, col quale hanno discusso di significato di poesia e pittura, rapporto tra dolore e arte, amore per la città di Napoli, condizione della donna oggi, problematiche esistenziali, social network e altro. Tra una domanda e l’altra, una scorsa ai quadri di Marilisa Borsacchi pieni di suggestioni cromatiche, gioia e dolore tradotti in immagini, e la lettura delle liriche, curata da Marianna Scarpato, ed eseguite dalla stessa insieme con Marianna D'Angiolo e Arcangelo Pastore,  più il “regalo” dell’inedito letto dalla grande attrice teatrale Liliana Palermo. Interessante il commento del giornalista-scrittore e critico  Giuseppe Giorgio sul valore dell’arte come “resistenza”. Appuntamento per i fans della Borsacchi sul web, dove presto la pittrice-attrice nella popolare soap-opera trasmessa via internet “Passioni senza fine” di Giuseppe Cossentino darà voce al nuovo personaggio di Viola De Sanctis. E per Marina e Marilisa una promessa dal gruppo del Caffè delle muse: “presto vi vogliamo anche a Sorrento!”


Un momento della presentazione organizzata da "Il caffè delle muse" alla libreria Treves